Smetti di leggere le notizie by Rolf Dobelli

Smetti di leggere le notizie by Rolf Dobelli

autore:Rolf Dobelli [Dobelli, Rolf]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2020-03-03T23:00:00+00:00


27. Le notizie ci danno l’illusione

di essere compassionevoli

Le news ci cullano in una sensazione di calore che abbraccia l’universo intero. Siamo tutti cittadini del mondo. Ci accadono le stesse cose. Siamo tutti legati. Il pianeta è un villaggio globale. Cantiamo We Are The World facendo oscillare le fiammelle dei nostri accendini in perfetta armonia con migliaia di altre persone. Questo senso di vicinanza enormemente potenziato è molto confortevole, ma non è di alcun aiuto. La magia di una comunione universale estesa a tutto il mondo è una gigantesca illusione. Di fatto, non è il consumo di notizie a legarci ad altri esseri umani e culture. Siamo legati gli uni agli altri perché cooperiamo, intratteniamo scambi commerciali, coltiviamo amicizie, siamo parenti o ci vogliamo bene.

Quando parlo della mia dieta di notizie, arriva immancabilmente il rimprovero: «Così, però, lei non prende parte al dolore dei più poveri del mondo, alle vicende di guerra e alle atrocità».

Rispondo: tanto per cominciare, sono davvero tenuto a farlo? Di sicuro accadono disgrazie ancor più grosse in altri continenti o su altri pianeti. Non dovrei forse «prendere parte» anche a quelle? Dov’è il limite? È significativo che i media riferiscano in modo molto dettagliato di un incidente aereo in cui hanno perso la vita persone del posto, ignorando quasi completamente un caso analogo che ha colpito passeggeri provenienti, che so, dalla Kamčatka.

In secondo luogo, «partecipare attraverso il consumo di media» non è forse un’immensa illusione? Una vera partecipazione implica l’azione. Crogiolarsi nella compassione, guardando al telegiornale le vittime di un terremoto che strisciano fuori dalle macerie, non solo non è d’aiuto, ma anche odioso.

Se davvero vi sta a cuore il destino delle vittime di un terremoto, dei profughi di guerra e di chi muore di fame, donate del denaro. Non attenzione. Non lavoro sul campo. Niente preghiere. Soldi.

L’attenzione – di cui, per esempio, date prova nel seguire le sorti delle vittime di un terremoto – non la dedicate ai terremotati bensì ai gestori delle piattaforme di notizie. Le vittime del sisma non la percepiscono, i gestori delle piattaforme invece sì, eccome. E sotto due aspetti: per prima cosa guadagnano del denaro rivendendo la vostra attenzione agli inserzionisti pubblicitari. In secondo luogo, accumulano altri dati su di voi – i vostri comportamenti come utenti, la vostra personalità e le vostre fragilità emotive – e in futuro potranno bombardarvi di pubblicità in modo ancor più mirato. Con la vostra attenzione aiutate i media, non le vittime. E danneggiate voi stessi.

Inoltre, anche con il vostro impegno concreto date un aiuto molto relativo per non dire nullo. Non andate nel Sahara a costruire pompe idrauliche. Assurdità simili, commesse con le migliori intenzioni, fanno parte della cosiddetta volunteer’s folly, la «follia dei volontari». Da soli, riuscireste forse a costruire una fontana al giorno. Se invece fate per un giorno il vostro lavoro (nella vostra sfera di competenza) e spedite il denaro guadagnato in Africa, potete far istallare cento fontane al giorno. In questo modo aiutate molto di più i poveri del mondo. Non donate lavoro sul campo, mandate soldi da casa.



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